È stato un incontro particolarmente utile quello organizzato dal Comitato A.N.D.O.S. di Ferrara ODV nel corso dell’ultimo weekend, con la conferenza intitolata “Avrò cura di me. Prendersi cura di sé dopo l’intervento al seno è possibile, se sai come farlo”.
L’appuntamento, aperto a tutti, ma rivolto in particolare alle donne operate al seno, ha visto un’importante affluenza, considerando il risvolto pratico del tema trattato: stimolare la riflessione e la conoscenza delle buone pratiche di cura e auto-cura, di interesse fisioterapico, nelle delicate fasi post-chirurgiche.
A intervenire sono state le fisioterapiste Patrizia Seri e Erika Venturini, oltre alla presidente del Comitato Ferrarese Marcella Marchi, la presidente della Commissione Comunale Pari Opportunità Paola Peruffo e Monica Calamai, direttrice generale dell’Azienda Usl di Ferrara.
“Il progetto di educazione terapeutica è finalizzato alla possibilità di trasferire alla paziente le competenze necessarie per vivere in maniera ottimale con la propria malattia. Per questo vengono organizzate attività di sensibilizzazione, informazione, apprendimento e sostegno psicologico. L’educazione terapeutica ottimizza le cure, riduce i costi della sanità e migliora la qualità della vita – ha precisato Erika Venturini, fisioterapista, che collabora da anni con A. N. D. O. S. Nel corso dell’incontro abbiamo voluto soffermarci sul problema del linfedema secondario dell’arto superiore, a seguito dell’intervento al seno. Dopo l’intervento c’è infatti il rischio di riscontrare questa complicanza da parte della paziente. Si tratta di una patologia cronica-evolutiva di cui abbiamo evidenziato gli stadi e i fattori di rischio, ma anche tutto l’aspetto della prevenzione e il trattamento precoce, secondo le migliori prassi che possono essere applicate con un approccio di tipo bio-psico-sociale. È molto importante, in questi casi, la conoscenza, dal momento che agire subito significa ridurre i problemi”.
La direttrice generale dell’Azienda USL ha voluto poi ribadire che: “Mettere insieme le forze delle associazioni presenti sul territorio con quella dei servizi sanitari dedicati aumenta la capacità del sistema sanitario di rispondere ai problemi e ai bisogni quotidiani delle donne operate al seno dopo un momento difficile sia per la cura sia sul piano psicologico. Questo garantisce un forte contributo al superamento di una situazione di grande fragilità – ha spiegato Monica Calamai – concentrandosi sulle soluzioni per guarire completamente e non solo sul problema legato alla malattia: solo così si potrà migliorare ancor più la loro qualità di vita”.